La nazionale brasiliana riservata a soli giocatori che militino in patria. Proposte come quelle del presidente Lula rasentano la fantapolitica ancora prima che il fantacalcio. Soprattutto per la realizzazione personale del singolo calciatore, che dovrebbe rinunciare o alla nazionale o alle vagonate di soldi garantiti dai contratti extranazionali. Dimenticandoci per un attimo dei trattati europei che consentono libera circolazione di lavoratori e merci, se così fosse anche per l’Italia, ad esempio, Spalletti non avrebbe a disposizione i due migliori portieri, Donnarumma e Vicario. Non potrebbe convocare nemmeno Calafiori e probabilmente Retegui non giocherebbe in nazionale. Ma nemmeno Chiesa e Udogie, entrambi impegnati in Inghilterra. Un impoverimento inutile e irrealizzabile, in un calcio sempre più globale.