Doveva essere il maggior beneficiato. O forse il termometro del miglioramento che la Juve avrebbe avuto dalla rivoluzione tecnica. Il limite era sempre stato indicato come il gioco di un Allegri troppo dedito all’equilibrio piuttosto che alla manovra. Doveva essere il terminale della squadra offensiva grazie agli innesti di Koopmeiners, Nico Gonzalez e Douglas Luiz in cabina di regia. Dopo Empoli però siamo di fronte al solito Vlahovic. Seconda gara senza lasciare il segno e non significa solo entrare nel tabellino marcatori. Con i giallorossi era mancata la chance giusta, con l’Empoli è stata sprecata. Ora a scarseggiare sono le scuse. Serve una risposta di carattere con il ritorno della Champions.