La Dea non cambia mai, resta indomabile

All’Atalanta puoi cambiare i giocatori, al Gasp puoi togliere i top, ma alla fine la mentalità resta invariata

E riecco la vecchia e cara Atalanta, Scamacca out per tanti mesi, Lookman e Koopmeiners se ne vanno e i sostituiti fanno storcere il naso un po’ a tutti. Ma alla fine, come sempre accade, il campo parla e da ragione al Gasp che al suo decimo anno bergamasco può e deve sognare in grande, l’anno scorso il primo trofeo, tra l’altro di un certo livello. Ma quest’anno si deve festeggiare in Italia. È presto per dire che la Dea è da scudetto, una partita non può alimentare o distruggere i sogni di un club, ma perché no, se questo è l’inizio, con i Retegui e Brescianini di turno che all’esordio segnano una doppietta, perché fermarsi. Il gioco ormai è consolidato, la mentalità è da grande squadra, da quinto a quinto, inserimenti delle mezzeali, i braccetti che supportano la manovra, insomma la solita Atalanta che si conferma la solita big.

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