Spalletti ci illude, ma porta avanti le sue idee

Difesa a 3 sulla carta, per rendere tutti contenti, ma poi l’Italia ha giocato come sempre… male

Poco meno di 60 milioni di italiani: tutti politici, critici musicali, chef, ma soprattutto allenatori. “Bisogna giocare a 3”, “deve giocare tizio”, “ma perché giochiamo così”. Questi sono stati i commenti medi dei CT che ci sono in Italia. Spalletti li ha sentiti tutti, sicuramente non ha cambiato i propri piani di gioco per queste uscite, ma ha dato il contentino a tutti quanti. Perché l’Italia sia con la Spagna che con l’Albania sulla carta era a 4, ma impostavamo a 3. Che piaccia o meno, Spalletti ha cambiato gli interpreti, ma lo stile e le intenzioni no. Difesa a 5 e poi si sale ad aggredire l’avversario. Di Lorenzo aveva gli stessi compiti di Chiesa, poi è ovvio che il capitano del Napoli interpreti in modo diverso rispetto allo Juventino. Raspadori attacca in modo diverso rispetto a Pellegrini che partiva più arretrato. La verità è che c’è bisogno di una svolta mentale, perché le idee sono buone, Spalletti parla la lingua del bel calcio, ora tocca a chi scende in campo volerla diffondere a tutta Europa.

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