“Il Milan era presente prima che io nascessi, mio papà è stato calciatore e capitano negli anni ’60. Il calcio era presente. Per me il Milan è la squadra della mia città, l’ambiente dove sono cresciuto, ho iniziato a 10 anni e ho smesso a 41. Va al di là del tifo e del lavoro, è estrema passione. A questo punto non cambierà, il rapporto va al di là delle ere in cui sono passato. Credo che in ogni squadra, visto che si parla di passione, ogni tifoso rivendica qualcosa di diverso: noi milanisti abbiamo un passato glorioso con delle cadute ma poi alla fine è più facile che i tifosi si ricordino i momenti brutti per tornare a quelli belli. Vivo bene. Dopo 5 anni intensi mi sono dovuto abituare a un ritmo diverso ma che ho avuto anche nel 2009 dopo il ritiro fino al 2018 quando ho iniziato da dirigente”