Cambi in panchina: Spesso peggiorano la situazione

Lo sanno bene Napoli, Udinese e Sassuolo, per non parlare della Salernitana mai in gara

Le rivoluzioni portano spesso alla crescita, ma anche al tracollo e per il calcio funziona allo stesso modo. Il concetto di esonero è ormai estremizzato in Italia, un campionato dove non si ha la pazienza di attendere che il lavoro degli allenatori abbia effetto. Quando si cambia bisogna saper aspettare, perché tanto poi una squadra se non merita di restare in A lo si capisce subito. Tipo la Salernitana, iper-condizionata dal caso Dià che avrebbe tranciato le gambe a chiunque, ma nessuno tra Sousa, Pippo Inzaghi, Liverani e Colantuono sono riusciti a ribaltare il fronte. Il Sassuolo sembra ormai certo della retrocessione, nonostante l’uomo dei miracoli Ballardini. L’Udinese esonera Sottil per richiamare Cioffi per poi esonerarlo e chiamare l’inesperto Cannavaro… risultato terzultimo posto che scotta e non poco. Il Lecce ha cambiato per gravi motivi comportamentali e ora con Gotti si gode una tranquilla e meritata salvezza. Come l’Empoli con Davide Nicola. La Roma con De Rossi è rinata sotto ogni aspetto e anche la Lazio con Tudor rialza la testa. No comment sul Napoli, è meglio così per tutti, dimentichiamoci di quest’anno e pensiamo al prossimo.

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