Simone Inzaghi è uno dei protagonisti principali dello scudetto della seconda stella e più in generale di questo ciclo di sette trofei in epoca Suning. Con lui c’è sicuramente Marotta che gli ha messo a disposizione un gruppo funzionale e tra i giocatori possiamo citare Lautaro e Calhanoglu, probabilmente i due veri fuoriclasse. Ma l’intelligenza e la voglia di fare calcio espresse dal demone di Piacenza sono inarrivabili. Il suo pregio più grande è stato dare a tutti l’occasione di fare bene, senza stravolgere nulla, senza chiedere cose infattibili, semplicemente mettendo ordine e cercando di evolvere. Il gol simbolo è quello con il Bologna, da terzo a terzo, da Bastoni a Bisseck, segnale di una crescita costante e coordinata con intelligenza. Il primo scudetto della carriera è arrivato, ora la parte più difficile: confermarsi.