“C’è gente che non ha l’acqua per bere. Quando puoi camminare, hai da mangiare, magari hai qualcuno che ti vuole bene, la vita è “smile”. Io ho tutto, ho anche di più, Dio mi ha dato un dono e io gli sono grato. Il mio lavoro è giocare a pallone, ho coronato il mio sogno di bambino. Come potrei non sorridere? Ho fatto tanti sacrifici, ma soprattutto li ha fatti la mia famiglia. Mio padre Antonio è partito a 18 anni dall’Angola per lavorare in Portogallo e per darmi un futuro. Mi ha dato molti insegnamenti, prima di tutto l’importanza del lavoro. Ecco perché voglio fare di tutto per restituire ciò che mi hanno dato: ho la possibilità di fare qualcosa con il mio talento. La prima cosa che ho comprato con lo stipendio al Lille è stata una casa per la mia famiglia. Per crescere devo vincere cose importanti, come la Champions o l’Europa League”.