C’è molto di Spalletti nella qualificazione agli Europei, ma c’è anche tanto del dna azzurro, che alla fine esce prepotentemente con il più classico degli 0-0 quando si hanno a disposizione due risultati su tre. C’è anche un bel po’ di fortuna, perché arbitro e sala Var avrebbero potuto decidere diversamente. L’iniezione di fiducia dell’ambiente però c’è stata. Dopo le ceneri lasciate da Mancini, al quale comunque va dato il merito di aver riportato a casa un titolo europeo che mancava dal ‘68, uno spirito come Spalletti può certamente far bene ad un movimento che, nonostante i picchi, rischia di accartocciarsi su sé stesso. Avanti dunque con il nuovo condottiero toscano capace di compattare un gruppo ed una nazione, nella speranza che possa rimanere simpatico agli italiani il più a lungo possibile.