Il calcolo è complicato, anche difficile da spiegare, ma, in parole povere, matematicamente il Monza è salvo perché nessuna tra Verona, Spezia e Lecce può raggiungere la squadra di Palladino in classifica senza togliere la possibilità ad almeno una delle altre due di farcela. Di conseguenza, senza se, senza ma, senza fare altri conti, i biancorossi firmano una salvezza pazzesca, con sei turni d’anticipo sulla fine del campionato e partendo con Palladino in panchina solamente dopo le prime sei giornate con cinque sconfitte ed un solo punto. Mentre a giorni partiranno i bonifici per i riscatti obbligatori pattuiti in estate di giocatori come Pessina, Petagna, Caprari, Pablo Marì e Cragno, in queste ore la società si sta concentrando sul rinnovo del tecnico. L’allenatore, in scadenza a giugno, ha aperto ad una possibile scadenza e pure Galliani ha detto che in certi casi una stretta di mano è più che sufficiente, però i tifosi attendono comunque la firma sul contratto per blindare l’uomo del capolavoro biancorosso. È vero, la concorrenza non è stata eccezionale come in altre occasioni, ma è altrettanto vero che 44 punti, per una neo promossa, sono tantissimi, considerato anche che nell’epoca della Serie A a venti squadre, ovvero negli ultimi vent’anni circa, nessuna esordiente in categoria era mai riuscita a confermarsi anche per l’anno successivo con così tanti turni d’anticipo. D’altro canto, la salvezza era già piuttosto concreta dopo la striscia di risultati positivi di inizio 2023 e a dire il vero l’aritmetica certezza non aggiunge nulla alla clamorosa prima storica campagna di Serie A in cento e dieci anni di storia della società.