La grande attesa è finita, il grande giorno è arrivato, ma il Napoli buca clamorosamente l’appuntamento con la storia, pareggiando in casa con la Salernitana, dopo che l’Inter aveva altrettanto clamorosamente fatto il proprio dovere nella partita di mezzogiorno con la Lazio. La rincorsa dei partenopei di Spalletti, cominciata 33 anni fa, proseguirà a Udine, nel turno infrasettimanale di giovedì, anche se l’incrocio di risultati potrebbe regalare la festa in albergo già mercoledì sera. Per oggi però si svuotano le piazze, si ripiegano le bandiere, la festa è rimandata. In città il pomeriggio inizia con ansia per il vantaggio della Lazio a Milano con Felipe Anderson ma alle 14.03 il momentaneo pareggio di Lautaro al 77’, poi diventato rimonta e vittoria nerazzurra per 3-1 con Gosens e ancora con l’attaccante argentino, spunta una delle condizioni necessarie a raggiungere matematicamente il terzo scudetto. Alle 15 inizia la sfida del Maradona San Paolo, serve una vittoria e ci pensa l’uomo meno atteso, il terzino Olivera ad accendere la prima miccia dei fuochi d’artificio che brilleranno tutta la notte nel cielo sopra il Vesuvio. Alle 16.43 però Boulaye Dia, di gran lunga il miglior giocatore della Salernitana per tutto l’anno, gela l’intero stadio, anzi tutta la città, con la rete del pareggio che smonta la festa. L’assalto finale non produce nulla e il Napoli rimanda la conquista del terzo scudetto, dopo quelli dell’87 e del ‘90. Come detto non di molto, perché a Udine ci sarà ancora una grandissima occasione prima di farsi venire il panico da braccino. Potrebbero anche bastare i risultati di mercoledì sera in realtà. Anche se a questo punto va bene tutto, anche l’allineamento dei pianeti, pur di dar sfogo ad una festa attesa per oltre trent’anni.