Bebe Vio torna in pedana, 19 mesi dopo Tokyo. Comincia domani la tappa italiana della Coppa del Mondo di scherma parlimpica,a Pisa. Quattro giornate di gare valide per la qualifica a Parigi 2024, e venerdì sara’ il giorno di Bebe Vio. Quando rimetterà giù la maschera, pronta a dar l’assalto alla prova di Coppa del Mondo del suo cuore, saranno passati esattamente 566 giorni da Tokyo. “Sono molto emozionata per quest’ennesima ripartenza. Certo, è strano: tiro di scherma da quando ho cinque anni, ho partecipato a molte tappe di Coppa del Mondo, Europei, Mondiali, Paralimpiadi, eppure in questi giorni mi sento agitata. Questa lunga assenza dalle pedane mi riempie di dubbi e di paure: sarò pronta per la gara? Sarò ancora in grado di tirare ad alto livello? Oltre alle mie storiche avversarie, quante nuove atlete ci saranno pronte a sfidarci?”. Una sensazione, aggiunge la campionessa azzurra, “strana ma bellissima. Da un lato mi stressa, dall’altro mi spinge a dare il massimo, durante la preparazione e negli allenamenti. E mi rende felice: tutto questo mi mancava”. Un’attesa frenetica e dolcissima, ricordando che “dopo Tokyo non sono più riuscita ad allenarmi con costanza e a competere, per qualche problema fisico e i molti impegni di studio; vorrei laurearmi entro maggio, così da potermi poi dedicare a tempo pieno alle qualifiche per Parigi 2024”. Adesso è tempo di risentire le sensazioni d’una vita. Una vita nella scherma. “Mi mancavano la fatica e il sudore, i miei fantastici compagni di squadra, i preparatori e i maestri e soprattutto l’adrenalina, che comincia finalmente a scorrere di nuovo nelle mie vene – chiosa Bebe Vio -. Sento la tensione che sale, il corpo che comincia a fremere, la testa che ormai è focalizzata solo sulla gara e so che presto il mio cuore batterà di nuovo all’impazzata mentre salirò sulla mia carrozzina in pedana. Non vedo l’ora di iniziare…”. Il team azzurro è pronto a starle accanto. “Aspettavamo questo rientro da tanto, e adesso è il momento di tornare in pedana per dare la caccia ai nostri obiettivi”, racconta il responsabile d’arma del fioretto paralimpico italiano, Simone Vanni. (ANSA).