I 50 anni di «Zizou» Zinedine Zidane. Un compleanno importante per il campione francese, una ricorrenza che con la maturità ha lasciato spazio a una lunga confessione sul quotidiano d’oltralpe L’Equipe. Una carriera lunga 25 anni che partita dalle giovanili del Cannese e si è conclusa con la celeberrima testata a Marco Materazzi durante la finale tedesco del 2006. Di mezzo un’intera bacheca di successi e il Pallone d’oro vinto nel 1998, anno in cui a guidato i galletti alla conquista della coppa del mondo in casa. Come spesso succede, è però l’ultimo atto a rimanere fisso nella memoria dei tifosi e appassionati, e quel cartellino rosso nei tempi supplementari di Francia-Italia rimarrà per sempre nella gloria dell’immaginario azzurro e nell’incubo di quello francese.
La testata, la confessione di Zidane
Saggezza e anni di distanza hanno permesso a «Zizou» di raccontare finalmente come andò quella vicenda. “Non è certo la partita che ricordo con più piacere – parola di Zidane – una partita in cui è davvero capitato di tutto. Il gol con il cucchiaio su rigore per sorprendere Buffon, il mio colpo di testa sopra la traversa e naturalmente anche il colpo a Materazzi”. La sua versione collima però con quella del numero 23 azzurro: “È vero, Materazzi non ha mai parlato di mia madre che in quel periodo non stava bene, ma per farmi innervosire ha più volte insultato mia sorella che proprio in quel momento stava assistendola in un momento di salute difficile e per cui ero molto preoccupato. E poi in quella partita c’era tanta pressione, tra calciatori ci si insulta tutti, ci si insulta sempre, ma quella volta è andata così. Non ne sono orgoglioso, ma questo ormai fa parte della storia”.
I sogni nel cassetto
Non c’è solo il passato nel giorno dei 50 anni, ma anche tanta voglia di futuro. Non più da giocatore, ma nella carriera da allenatore che già gli ha dato tante soddisfazioni con la casacca del Real Madrid. Il grande sogno di Zizou è quello di diventare un giorno Ct delle nazionale francese. Senza scalvare il posto di Deschamps, suo compagno di squadra in nazionale, ma con l’orgoglio di chi ha ancora il galletto francese tatuato sul cuore.