Leao: “Voglio essere un leader del Milan”

“E poi ci sono i compagni, la mia seconda famiglia: sono loro vicini a me quando le cose non vanno bene”

“Voglio essere l’esempio di qualcuno che ha fatto vedere tutta la sua personalità dentro e fuori dal campo. Io sono una persona che non vuole fare solo una cosa. Mi piace fare musica, mi piace fare foto, e lo faccio perché è una cosa che mi piace. Mi sono accorto di essere più forte degli altri quando ero piccolo. Giocavamo tra bambini, ma io facevo cose diverse rispetto agli altri. Poi a 18 anni, quando sono arrivato in prima squadra, lì nella mia testa ho pensato: forse posso arrivare a un grande livello nel calcio. Non mi piace molto parlare con i giornalisti e con le tv, vedere la mia faccia sui media. Però quando ero più giovane era peggio. La mia strategia è stata sempre essere me stesso. Stare sempre con le stesse persone, la mia famiglia, gli amici del mio quartiere a Lisbona. E poi ci sono i compagni, la mia seconda famiglia: sono loro che sono vicini a me quando le cose non vanno bene”.

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